Gradara sorge sul crinale di un colle, ben visibile con la sua robusta cinta di mura e bastioni e con l'imponente mole della celebre rocca.
Visione decisamente suggestiva per chi percorre la superstrada adriatica o la statale ad essa affiancata.
Dotato di una prima torre medievale di difesa (il 'Mastio') nel 1150, il 'castello' di Gradara (Castrum Cretarie) fu reso indipendente dall'amministrazione pesarese ad opera di Piero e Rodolfo De Grifo. Successivamente i Malatesta, dopo aver acquistato il castello dai De Grifo, trasformarono la torre in rocca con tanto di primo girone di mura; successivamente aggiunsero anche i settecento metri del secondo girone con le diciassette torri merlate e i tre ponti levatoi che resero imprendibile il fortilizio.
Oggi Gradara, oltre la monumentale Rocca, offre al visitatore anche la sua duplice cinta di mura e torrioni con le merlature e i camminamenti di gronda ricostruiti.
Fra le mura, l'abitato conserva le sue antiche case e la chiesa di S.Giovanni Battista ove è custodito un pregevole Crocefisso ligneo del XV secolo, mentre nella chiesa del SS.Sacramento è visibile una pala d'altare ("Ultima cena") di Antonio Cimatori (1595).
Presso la Rocca è stata invece trasferita la preziosa pala ("Madonna in trono con il Bambino e Santi") dipinta da Giovanni Santi nel 1484 per l'antica pieve di S.Sofia.Vuole un'antica tradizione che fra le mura della rocca di Gradara abbia avuto luogo il feroce assassinio di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta ad opera del tradito Giovanni Malatesta detto 'Lo Sciancato'.
Antica storia di sangue resa immortale dai celebri versi di Dante Alighieri.
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